È triste osservare come la Festa della Liberazione sia diventata divisiva, e che addirittura forze che sono al governo la mettano in qualche modo in dubbio, dimenticando i valori e i principi della Costituzione cui hanno giurato di essere fedeli. La memoria e il ricordo delle tragedie e degli errori del passato – incluso il regime fascista - e degli sforzi fatti per superarli, attraverso la Resistenza e insieme agli Alleati europei e americani, sono invece una base fondamentale e indispensabile.

Pochi ricordano che fin dall’inizio la Resistenza ebbe un carattere europeo. Infatti si manifestò in vari Paesi, e in primo luogo in Francia. Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, il primo invito alla cittadinanza alla resistenza armata al nazi-fascismo fu lanciato da L’Unità Europea, il foglio clandestino del Movimento Federalista Europeo (fondato da Altiero Spinelli a Milano dopo la sua liberazione dal confino di Ventotene): oggi non più clandestina, ma ancora l’organo del MFE. Lo stesso Spinelli, che ebbe anche un ruolo di rilievo nel Partito d’Azione, andò in Svizzera a cercare altri esuli della Resistenza di altri Paesi per creare un movimento sovranazionale per l’unità europea, l’Unione Europea dei Federalisti. E uno degli storici leader del Movimento Federalista Europeo fu Luciano Bolis, ispettore delle Brigate Giustizia e Libertà e Segretario ligure del Partito d’Azione: catturato e torturato per giorni dai fascisti, tentò il suicidio per non tradire i partigiani, ma venne ricoverato e poi liberato dall’ospedale dai partigiani. Bolis sarà poi tra i fondatori e il primo direttore dell’Istituto Storico della Resistenza della Liguria. La sua esperienza, raccolta nel volume Il mio granello di sabbia, il cui titolo testimonia dell’umiltà di un uomo straordinario, continua ad essere un esempio e un’ispirazione.

Su questo legame storico tra Resistenza ed Europa Norberto Bobbio ha scritto pagine memorabili, ma purtroppo spesso dimenticate, nel saggio Il federalismo nel dibattito politico e culturale della resistenza che funge da introduzione all’edizione del Mulino del Manifesto di Ventotene. E infatti furono proprio i combattenti per la libertà nei vari Paesi che lanciarono il progetto dell’integrazione europea, per impedire nuove guerre europee, abbattere il nazionalismo che era stata la base dello sviluppo dei regimi totalitari, e dare una dimensione e stabilità europea alla libertà riconquistata e alle democrazie da costruire.

L’Unione Europea è forse il lascito più originale e autonomo di quel percorso, quello meno legato alle scelte delle potenze vincitrici extra-europee. L’integrazione europea è stata lo strumento per garantire la pace, il benessere e la democrazia ritrovata dopo la guerra e il totalitarismo. Allo stesso modo oggi il completamento del processo di unificazione è la condizione per impedire la rinascita dei nazionalismi e l’erosione dello stato di diritto e dei regimi liberal-democratici nati dalla Resistenza.

@RobertoCastaldi

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