Quando i fatti contraddicono il nostro modo di pensare consolidato abbiamo due possibilità: cambiare modo di pensare o negare i fatti, minimizzarli, derubricarli ad eccezione. Cambiare modo di pensare è faticoso, difficile. Ci costringe a trovare nuove spiegazioni, magari nuovi comportamenti. Mettere la testa sotto la sabbia invece è facile e immediato. Purtroppo è quanto molti stanno facendo di fronte ad una situazione che in Italia è davvero pericolosa. L'idea che la democrazia - conquistata con il sacrificio di molte persone - sia una conquista irreversibile sebbene storicamente infondata è molto rassicurante, e abbandonarla implica che ciascuno di noi è chiamato a comportamenti volti a difenderla. Quanto sta accadendo in Polonia e Ungheria dovrebbe ammonirci sulla facilità con cui la democrazia può esser messa sotto scacco.

Il XX secolo ci ha mostrato che il nazionalismo in ultima istanza porta alla violenza e alla negazione della democrazia. Per questo oggi i nazionalisti si presentano sotto altri nomi, come sovranisti, populisti, ecc. Ma il risultato non cambia. E il diffondersi della violenza nei social e nella realtà è lì a ricordarcelo.

Gli attacchi violenti sui social a personalità istituzionali come Laura Boldrini sono stati frequenti in questi anni, ma durante la campagna elettorale c'è stata un'escalation. Ormai vengono minacciate per le loro idee anche persone fuori dall'arena politica. Ieri su twitter un delirante auto-proclamato sovranista - con un account ovviamente anonimo e che si vanta di cambiarli spesso per poter continuare a minacciare le persone per bene - ha minacciato la giornalista Antonella Rampino, il direttore del Centro Studi sul Federalismo di Torino, Flavio Brugnoli, e Più Europa per le loro posizioni europeiste, scrivendo "è a quelli come te che dovremmo sparare". Il riferimento a quanto accaduto a Macerata e l'identificazione con il terrorista Traini è palese. Sì, ho usato la parola terrorista, perché se un musulmano andasse in giro in una nostra città sparando sugli italiani lo considereremmo un terrorista; non saprei dunque come definire altrimenti Traini.

Ma mettiamo in fila alcuni eventi delle ultime settimane. Il candidato leghista alla presidenza della Regione parla di "difesa della razza bianca". Un fascista negli anni '30 non avrebbe usato espressione diversa. Nel XXI secolo ci si potrebbe attendere che il suo partito ritiri tale candidatura e lo cacci. Invece no: espressione infelice, ma evidentemente condivisa nel partito, e tutto come prima. Un candidato leghista alle amministrative del 2017 (non secoli fa), militante fidato, tanto da far parte del servizio d'ordine in uno dei comizi di Matteo Salvini, va in giro per Macerata sparando alle persone di colore. Per Salvini "è colpa di chi apre le porte ai migranti" e non si tratta di fascismo - il materiale fascista e nazista trovato in casa di Traini era dunque lì per caso. D'altronde anche in passato esponenti leghisti hanno proposto di usare la Marina per sparare contro i barconi di migranti. Nel suo governo Salvini vorrebbe ministri Borghi e Bagnai, i punti di riferimento dei sovranisti italiani e fautori dell'uscita dall'Euro e dall'UE - visto che giuridicamente si può uscire dall'UE, non dall'Euro.

Di fronte a tutto questo sarebbe lecito attendersi una critica e una presa di distanza dagli auto-proclamati "moderati", dagli esponenti italiani del Partito Popolare Europeo. Invece nulla: tranquilli, Salvini quando si siede al tavolo è ragionevole, indipendentemente da tutto quello che dice. O sono alleati con qualcuno che mente sapendo di mentire o è uno straordinario esempio di testa sotto la sabbia.

La realtà è che alle urne la scelta sarà tra l'Europa e il fascismo. Perché solo a livello europeo è possibile dare risposta ai maggiori problemi. Serve un governo federale per superare l'assurda situazione di un mercato unico, una moneta unica e 19 politiche economiche e fiscali; per gestire una politica estera, di sicurezza, delle migrazioni con l'obiettivo dello sviluppo e della stabilizzazione dell'Africa e del Medio Oriente, della gestione dei flussi migratori e di una vera integrazione. Senza mettere l'UE in condizione di dare risposte reali ai problemi - impossibili con un bilancio dello 0,9% del PIL - si affermeranno le risposte identitarie/psicologiche del ritorno alle sovranità nazionali. Che non esistono più e non possono esistere nel mondo globale del XXI secolo. I portatori di queste soluzioni illusorie una volta al potere per rimanervi non possono che cercare capri espiatori, sopprimere la libertà di stampa e di associazione, soggiogare la magistratura - come sta avvenendo in Ungheria e Polonia. E non a caso per Salvini l'Ungheria è il modello, lo Stato meglio governato d'Europa ...

Molti in passato si sono illusi di addomesticare fascisti e nazisti e di usarli per i propri scopi. Sappiamo com'è andata a finire. Attenzione a chi si balocca con la stessa idea pur di tornare al potere: a giocare con il fuoco ci si brucia.

@RobertoCastaldi

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