Álvaro Imbernón, Profesor asociado en la Universidad Nebrija e investigador en Quantio, en este video, analiza el futuro de la Unión Europea y lanza #MiPropuesta: ‘Preservar la identidad dual de los europeos’.
Álvaro Imbernón, Profesor asociado en la Universidad Nebrija e investigador en Quantio, en este video, analiza el futuro de la Unión Europea y lanza #MiPropuesta: ‘Preservar la identidad dual de los europeos’.
Oggi (12/10/2018) sono stato intervistato in diretta su Rai Radio Uno sul seguente tema: i giovani guardano all’Europa come unica opportunità nel loro futuro, ed allo stesso tempo l’Europa è oggi sottoposta ad un attacco durissimo e diffuso. Come è possibile?
“Per trionfare in quest'epoca travagliata, l'Europa è un'idea che deve diventare un sentimento”. Con queste parole si chiude la lettera-appello pubblicata da Bono Vox su La Repubblica di oggi (9 Ott. 2018). Un testo appassionato dove il celebre cantante riprende i motivi che già lo avevano portato ad intervenire sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung lo scorso 28 Agosto. Una lettera volta a spiegare l’impegno degli U2 – da agosto la band sventola la bandiera blu dell’Unione nel corso delle date del suo tour – e a ricordare il pericolo rappresentato dai nazionalisti che, sfruttando la paura del diverso, puntano a distruggere l’unità del continente in nome dell’uniformità e dell’omogeneità nazionale.
Durante el reciente debate sobre el estado de la UE el presidente de la Comisión Juncker hizo especial énfasis en la distinción entre patriota y nacionalista: “Digamos sí al patriotismo que no se esgrime contra los demás. Digamos no al nacionalismo fatuo que rechaza y odia a los demás, que destruye, que busca culpables en lugar de buscar soluciones que nos permitan vivir mejor juntos”. Ello recordaba a la separación de Orwell entre patriotismo (defensivo) y nacionalismo (ofensivo) en Notes on nationalism. ¿Por qué ese hincapié en lo que muchos pueden considerar una cuestión de matiz?
Alexander Stubb ha rotto gli indugi e ha presentato al Partito Popolare Europeo la propria candidatura in vista del Congresso del PPE per diventare il candidato alla Presidenza della Commissione alle prossime elezioni europee.
Em Abril de 2018, o Tribunal de Justiça da União Europeia (TJUE) pronunciou-se sobre a possibilidade de a Administração Tributária (AT) de um Estado-Membro (EM) se recusar a executar um pedido de cobrança de um crédito correspondente a uma sanção pecuniária aplicada por outro EM, pelo facto de o interessado não ter sido devidamente notificado1.
À l'occasion des Rencontres franco-allemandes d'Evian, Paul-Jasper Dittrich, chercheur au Jacques Delors Institut - Berlin, et Jan Krewer, chercheur associé à l'Institut Jacques Delors, publient conjointement ce décryptage.
Pensavamo di vivere in Italia, che non è male: un Paese industriale avanzato, membro fondatore dell'Unione Europea, attanagliato da molti problemi, ma pur sempre un buon posto in cui vivere. Invece siamo addirittura nel Paese dei balocchi, un luogo meraviglioso dove tutto è possibile. Dove i “numerini” non contano, lo spread è un inganno, il tasso di interesse che paghiamo sul nostro debito è irrilevante. Non solo, ma è stato annunciato che la povertà verrà abolita per legge, attraverso la legge di bilancio, entro il prossimo anno. Insomma è come dire che volendo comprare casa possiamo infischiarcene di quanto siano i nostri risparmi, il nostro reddito e il tasso di interesse sul mutuo. Peccato che siano elementi evidentemente essenziali per l'acquisto, e a firmare un compromesso senza tenerne conto si ottiene solo di perdere la caparra.
In questi mesi di governo Lega-M5S abbiamo sentito di tutto (in realtà, soprattutto le cose che la maggioranza degli italiani volevano sentirsi dire) sui conti pubblici, sull’euro e sull’Europa: “prima la crescita, poi i vincoli”; “agli italiani non interessa nulla dello spread”; “rispetteremo i vincoli europei [su disavanzo e deficit]”; “nessuno ha intenzione di uscire dall’euro”; “faremo una manovra che include reddito di cittadinanza, flat tax e riforma della Fornero”. Il fatto che si tratti di affermazioni contraddittorie non sembra interessare granché, se il sostegno degli italiani al governo pare essere salito stabilmente al di sopra del 60%; nonostante qualche impennata dello spread, che segnala il nervosismo dei mercati finanziari internazionali, ma non impatta direttamente e immediatamente sulla percezione e sulle tasche dei cittadini-elettori.
Provate a dedicare un minuto a immaginare cosa succederebbe nell’UE, alla Commissione europea, o in Germania, o nel Regno Unito se venisse pubblicato un audio del Portavoce di Juncker, Merkel o May come quello di Rocco Casalino pubblicato da Repubblica. Un audio in cui il Portavoce e capo della comunicazione del governo italiano invita un giornalista non identificato a pubblicare, indicando però anonime fonti parlamentari, delle gravissime minacce, effettuate con toni violentissimi, nei confronti dei dipendenti del Ministero del Tesoro. Una sorta di messaggio mafioso di minaccia nei confronti di questi orribili “tecnici”, dirigenti e funzionari, servitori dello Stato, colpevoli essenzialmente di fare il loro lavoro, i conti, invece di piegarsi alle richieste della maggioranza di governo.