Stefano Fassina, esponente di spicco di Liberi e Uguali, ha fatto ieri gli auguri al candidato della Lega Bagnai, noto sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’Euro. Mentre Grasso, Bersani ed altri non ritengono di chiudere al dialogo con il M5S, anch’esso favorevole all’uscita dell’Italia dall’Euro. In attesa della presentazione del programma di questa lista, viene il dubbio di trovarsi di fronte non a una sinistra di governo europea, ma ad una nuova lista nazionalista-sovranista da sinistra.

Perché la partecipazione dell’Italia all’euro non può essere derubricata come un tema minore. È il perno del sistema economico italiano e del ruolo dell’Italia in Europa. È uno spartiacque: come il voler essere nell’Occidente o nel sistema comunista durante la guerra fredda. Su un tema di questa portata un partito non può avere due posizioni. E una volta scelta la linea, non può esserci posto che chi sostiene quella opposta. Non si può candidare insieme Fassina e Boldrini, un no-euro e la promotrice dell’Appello dei Presidenti dei parlamenti dell’UE a favore dell’Unione politica, non a caso anche tra le più scettiche sul dialogo con i grillini.

Peraltro, Fassina auspica di poter portare avanti con Bagnai e la Lega la battaglia per la prevalenza della Costituzione italiana sui Trattati Europei. Ma è proprio la Costituzione, all’art. 11, a prevedere la possibilità di limitazioni di sovranità. E non è pensabile di mettere in dubbio oggi il principio della prevalenza del diritto comunitario, su cui si fonda tutto l’ordinamento giuridico dell’Unione. Mentre rispetto agli odiati parametri del Patto di stabilità dovrebbe ricordarsi che l’art 81 della Costituzione prevede il pareggio di bilancio. Prima di invocarla, la Costituzione bisognerebbe leggerla.

È sempre più chiaro, per chi vuole vedere, che la possibilità di rilanciare il modello sociale europeo, di combattere le diseguaglianze e rilanciare crescita e occupazione passa dal rilancio dell’Unione, dalla creazione di bilancio aggiuntivo dell’eurozona finalizzato agli investimenti, e dalla concreta realizzazione del Pilastro sociale lanciato a Goteborg alla fine del 2017. Una politica keynesiana è perseguibile a livello europeo, non a livello nazionale.

Sabato a Roma alla Convenzione per la Federazione europea. Il ruolo e le responsabilità dell'Italia promossa dal Movimento Federalista Europeo si confronteranno esponenti delle diverse forze politiche. Chissà che non contribuisca a diradare la nebbia rispetto alla linea europea di Liberi e Uguali.

@RobertoCastaldi

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