Lo scontro tra il governo italiano e l’Unione Europea si accentua. In un certo senso sembrerebbe che il governo giallo-nero (perché la Lega è nera, non verde, avendo le posizioni dell’estrema destra neo-fascista, con cui infatti condivide il gruppo al Parlamento Europeo) abbia una vera e propria ossessione per l’Unione Europea. Qualunque cosa accada, ne dà la colpa all’UE, anche quando non c’entra nulla.

Crolla il ponte Morandi a Genova? Per Salvini è colpa dell’UE, che ci impedirebbe di spendere i soldi. Ma non è vero: l’UE fornisce fondi strutturali e Piano Juncker proprio per investire; e nelle raccomandazioni all’Italia degli ultimi anni ha chiesto di investire nelle infrastrutture. Chi si è opposto è il M5S: dalla Gronda alla TAV al TAP.

Non ci sono i fondi per le promesse mirabolanti del governo? È colpa dell’UE e delle sue regole di bilancio, che secondo Salvini “non sono la Bibbia”. Peccato però che siano anche dentro la nostra Costituzione! Che per il governo dovrebbe essere più importante e vincolante della Bibbia, che essendo un testo religioso riguarda le credenze individuali. Inoltre i giornali e i bollettini delle banche centrali ci ricordano che è in atto una fuga di capitali dall’Italia. In pratica, nel mondo non sembra esserci nessuno disponibile a farci credito, se non a interessi che non possiamo permetterci. Tanto che alcuni giocano con l’idea di chiedere aiuto alla Russia. Peccato che la Russia abbia un’economia più piccola della nostra, da tempo in crisi, che dipende sempre più dalla esportazione di materie prime energetiche, e non ha né l’interesse né la capacità di sostenere il debito pubblico italiano.

Una nave della Guardia Costiera Italiana ha soccorso dei naufragi, per l’80% eritrei, in fuga da un regime autoritario e liberticida, che ottengono sempre lo status di rifugiato e possono quindi poi circolare liberamente ed essere ricollocati negli altri Paesi dell’UE. Ma Salvini ne blocca lo sbarco, twitta che si tratta di clandestini e cerca di ricattare l’UE. Ma né la Commissione, né gli altri Stati membri sono disponibili a farsi ricattare da lui. Tanto più che gli sbarchi in Spagna sono più di quelli in Italia. Di Maio, oscurato dai proclami di Salvini, rilancia ulteriormente e minaccia di non versare il contributo italiano al bilancio comunitario (sbagliando peraltro le cifre!). Peccato che ciò sia illegale e ci esporrebbe a pagare alti interessi di mora, oltre a dover versare il dovuto.

La maggioranza di governo ha il potere di modificare le leggi (nazionali). Può proporre modifiche a quelle europee, ma deve raggiungere un accordo con gli altri Stati membri per approvarle. Ma non ha il diritto di violare le norme esistenti. Alcuni si chiedono per quanto ancora l’Italia potrà essere considerata uno stato di diritto, se i due vice-premier fanno proclami palesemente contrari alle leggi vigenti. I membri del governo hanno giurato di rispettare la costituzione e le leggi. Ma poi le calpestano quotidianamente – Salvini già in campagna elettorale. L’azione penale è obbligatoria in Italia, così nel caso della Diciotti, i magistrati di Catania hanno dovuto aprire un inchiesta per sequestro di persona; e vengono minacciati pubblicamente da un deputato leghista, a dimostrazione di una (in)cultura politica contraria allo stato di diritto. Se non versassimo la nostra quota al bilancio europeo, egualmente la Commissione sarebbe obbligata a denunciarci alla Corte di Giustizia dell’UE. Si chiama rispetto del diritto.

Certamente lo scontro con l’UE è dovuto al fatto che l’Europa sia un comodo capro espiatorio per un governo che di fronte ai problemi non cerca soluzioni, ma qualcuno da additare alla rabbia popolare. L'UE è facile da attaccare, perché pochi in realtà ne conoscono davvero il funzionamento, le competenze e i poteri. Per cui le si può affibbiare la colpa su tutto, anche sulle materie su cui non ha competenza o poteri - come nel caso dei migranti - perché gli Stati membri hanno voluto tenersela. Salvo poi lamentarsi di non farcela da soli e della mancanza di solidarietà europea. L'UE ha molti limiti. Funziona nelle materie dove si decide a maggioranza qualificata; ma non funziona dove si decide all'unanimità, cioè su molte questioni cruciali, dal bilancio alla difesa.

Ma fermarsi qui significa cogliere solo un aspetto del problema. C’è di più. L’UE si fonda sul riconoscimento dell’interdipendenza e della necessità di governarla insieme a vantaggio di tutti. Dimostra che l’integrazione non è un gioco a somma zero in cui la vittoria di uno è la sconfitta di un altro (come vorrebbe farci credere Salvini), ma un gioco a somma positiva, in cui il risultato finale è vantaggioso per tutti. Si mettono insieme le 28 debolezze di Stati nazionali troppo piccoli per garantire sicurezza e benessere ai propri cittadini, per creare un’Unione in grado di farlo, e di contare qualcosa sul piano globale. L'UE è la negazione dell’ideologia nazionalista, oggi riemersa sotto il nome di sovranismo, spesso in salsa populista. Soprattutto l’UE si fonda sul rispetto del diritto, ed è anche uno strumento per garantirlo.

L’Unione, con le sue regole, i suoi dibattiti, le sue procedure – che prevedono sempre consultazioni di cittadini, parti sociali, ONG, e degli studi più approfonditi e recenti, con l’idea che le scelte politiche debbano basarsi sui fatti e non sulla narrazione più conveniente all'uno o all’altro governo nazionale o parte politica – è di fatto il più importante ostacolo sulla strada dell’affermazione di una narrazione sovranista e dello smantellamento della democrazia liberale e dello stato di diritto. Ecco perché per alcuni è il vero nemico. Ecco perché il suo rafforzamento è l’unica vera garanzia per i valori della civiltà europea moderna su cui si è fondato finora il nostro vivere civile. Per chi tiene a quei valori la vera battaglia politica - soprattutto in vista delle elezioni europee del 2019 che potrebbero essere uno spartiacque importante - è quella per la riforma dell'UE, per la creazione di un vero governo federale, con competenze e poteri adeguati su bilancio, economia, sicurezza, difesa, migranti. Solo a livello europeo sarà possibile rispondere alle domande dei cittadini che a livello nazionale non hanno trovato risposta, aprendo la strada agli esperimenti nazionalisti nei Paesi più fragili.

@RobertoCastaldi

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