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Ma Salvini è contro lo Stato di diritto?

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Alcune delle recenti dichiarazioni del leader della Lega Nord - che ha tolto “Nord” dal simbolo per le elezioni per cercare qualche voto anche al centro-sud, ma non dal nome del partito o del Gruppo parlamentare, da cui ha però almeno tolto “per l’indipendenza della Padania” come recitava per circa metà legislatura – fanno venire il dubbio che sia contro lo Stato di diritto.

Salvini è un parlamentare europeo, dovrebbe quindi sapere che la legislazione e le norme europee – decise anche dal Parlamento europeo – sono giuridicamente vincolanti, direttamente applicabili e preminenti sulla legislazione nazionale. Eppure sostiene che per lui le regole europee non esistono. I vincoli di bilancio sanciti da Trattati già ratificati dall’Italia o dalla successiva legislazione europea non contato.

D’altronde, le sue affermazioni fanno ritenere che per lui non esista nemmeno la Costituzione italiana. Infatti sembra ignorare - o finge di non sapere - che l’art. 81 della Costituzione preveda il pareggio di bilancio, con una formulazione rafforzata nel 2012 in modo da costituzionalizzare la norma prevista dal Fiscal Compact. Salvini quindi non ce l’ha solo con i vincoli europei, ma con la Costituzione stessa! D’altronde all’art. 53 la nostra Costituzione prevede anche la progressività del sistema tributario, cioè l’opposto della flat tax promessa dalla Lega Nord.

Ma Salvini non si ferma qui. Ora vuole imitare Trump e introdurre maggiori dazi doganali. Peccato che da 50 anni (ma lui non se ne era accorto?) esista l’Unione doganale europea, raggiunta con il Mercato Comune, nel 1968! Cioè sono appena 50 anni che i dazi esterni sono una competenza esclusiva dell’Europa. I singoli Stati membri non li possono mettere. Non solo non possono metterli contro gli altri Stati dell’Unione (verso cui si rivolge la maggior parte del commercio italiano), ma i dazi dell’Unione verso i Paesi terzi sono decisi a livello europeo.

Al contempo continua a insistere sull'uscita dell'Italia dall'euro, candidando in pompa magna Borghi e Bagnai, "dimenticando" che l'unione monetaria per i Trattati è "irreversibile". Si può però uscire dall'Unione Europea, come sta facendo il Regno Unito, che però non fa parte dell'eurozona. Se è questo che vuole dovrebbe dirlo con chiarezza agli italiani. Non si può "suicidare" il Paese senza nemmeno un dibattito.

A completamento di queste proposte impossibili, in quanto illegali, ovvero contrarie alle norme europee e alla Costituzione italiana, arriva il colpo di teatro. Salvini invita a far prevalere la Costituzione italiana sulle norme europee, come in Germania. Ma le norme europee prevalgono e sono direttamente applicabili in tutti gli ordinamenti dell’Unione, in Italia come in Germania o negli altri Stati membri. La Germania non ha mai avuto un’eccezione, che non avrebbe alcun senso e alcuna ragione. La Corte costituzionale tedesca in varie occasioni ha ribadito che ci sono dei principi costituzionali inviolabili, ovvero che la normativa europea debba rispettare “l’identità costituzionale degli Stati membri”: questa teoria dei contro-limiti venne abbozzata per la prima volta in Italia (con la sentenza 25 dicembre 1965 n.98 Acciaierie San Michele c. CECA), quindi si applica già in Italia quanto in Germania e negli altri Stati membri.

Ma cosa ci si può attendere da chi ha difeso il candidato leghista alla presidenza della Lombardia che ha detto che bisogna difendere la “razza bianca”, dicendo che la parola razza c’è anche nella Costituzione? Peccato che nella Costituzione l’unica menzione sia questa: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La nostra Costituzione ha voluto esplicitamente prendere le distanze dalla vergogna storica delle leggi razziali del 1938, ribadendo l’assurdità del concetto e vietando qualunque distinzione in base alla razza. Parlare dunque di difesa della “razza bianca” è palesemente anti-costituzionale. Invece di difendere Fontana, Salvini avrebbe dovuto cambiare immediatamente candidato, se davvero tenesse alla Costituzione.

Prima di invocare la prevalenza della Costituzione sarebbe utile che la leggesse, perché in realtà risultano incostituzionali le sue proposte e le posizioni del suo candidato lombardo, non certo le norme europee.

Inoltre, il presentare proposte illegali – dato che incostituzionali - avvelena il dibattito pubblico. Rende impossibile valutare i programmi, perché è chiaro che le proposte illegali non potranno in realtà trovare alcun seguito. Diffonde l’idea che lo stato di diritto non esista, che le regole siano uno scherzo e che possano essere violate: è proprio questo tipo di cultura che alimenta evasione ed elusione fiscale, corruzione, malavita e malcostume.

@RobertoCastaldi

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